"Processo per stupro", documentario storico del 1979, vincitore del Premio Italia. Di Maria Grazia Belmonti, Anna Carini, Roni Daopoulo, Paola de Mortiis, Annabella Miscuglio e Loredana Rotondo, regia di Loredana Dordi.
Il processo si svolge nel 1978, la donna che ha denunciato la violenza si chiama Fiorella e rappresenta tutte le donne, come dichiara l'avvocata Tina Lagostena Bassi.
Primo processo ad essere trasmesso dalla televisione italiana, viene seguito da 9 milioni di spettatori.
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5 commenti:
Voglio solo fare una piccola precisazione: l'Avv. Tina Lagostena Bassi critica il linguaggio sgradevole utilizzato in Tribunale ma riconosce agli accusati "il diritto di difendersi anche negando l'evidenza". Non è paragonabile a certe femministe che pretendono di abolire il diritto di difesa, liquidandolo come "seconda violenza". Bisogna considerare anche che se non ci sono prove sufficienti la legge impone di assolvere (art. 530, 2° co, c.p.p.). Non è la mentalità maschilista, ma la presunzione di non colpevolezza (art. 27, 2° co, Cost.; art. 6, 2° co, Conv. eur. dir. uomo ratificata e resa esecutiva con l. 848/1955; art. 14, 2° 2, Patto intern. dir. civ. e politici, ratificato e reso esecutivo con legge 881/1977). La legge dev'essere uguale per tutti.
Da uomo, grazie per aver reso disponibile il filmato di PROCESSO PER STRUPRO.
E' sconvolgente.
Ed in realtà penso che in certe parti del Paese quella mentalità da brivido rappresentata dagli avvocati degli stupratori e dalle loro mogli non sia mai cambiata, e in altre forse sia solo diventata più viscida e subdola.
Ora tutti preferiscono prendersela con i rumeni, abboccando alla propaganda di governo.
Ma nella violenza di questa gente, nel loro dire "le nostre donne", nel fregarsene delle donne interessandosi al fatto che a toccare "le loro donne" siano stati degli strnaieri, c'è tutto il maschilismo vergognoso che porta un uomo a stuprare.
Questo certo non per difendere gli stupratori rumeni, ma per cercare di invitare qualcuno, come ho fatto su alcuni gruppi disgusotsi nati su internet, in particolare Facebook, a leggere le statistiche oltre che a chiedersi come mai si siano accorti degli stupri solo ora.
Se posso vorrei lasciare un link relativo allo stupro e alla morte di una donna somala a Napoli, perpetrato da ben 27 italiani (raccapricciante), poi assolti e accolti in tripudio al loro paese in provincia di Napoli, in quanto bravi ragazzi.
http://www.medicinademocratica.org/article.php3?id_article=30
http://www.youtube.com/watch?v=4Y4D2AEExiE
qui sopra il link al Video promo dello spettacolo "Processo ad artemisia", del CDRC Firenze, con Carolina Gentili, Massimo Magazzini, Paolo Bussagli. Testo in italiano e in latino, tratto dai documenti originali del primo processo per stupro di cui esiste documentazione. Maggiori info a http://www.cdrc.it
Abbominevole. Sembra Incredibile ma è ancora il medioevo. Pensa se la ragazza in questione fosse stata la figlia del giudice, del pubblico ministero o degli avvocati degli imputati, avrebbero avuto la sfrontatezza di dibattere in quel modo in quel processo?
Gli imputati messi subito in libertà!?
A mio giudizio, per individui del genere ci vuole un’infornata nella mietitrebbia, e i resti sepolti in profondità, dentro uno strato di cemento armato di qualche metro, onde evitare l’inquinamento della terra.
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