Da Repubblica.it
I dati presentati a un convegno su giovanissime e immigrate
categorie più esposte al rischio di gravidanze indesiderate
Contraccezione, gli italiani sfidano la sorte
il coito interrotto è il metodo preferito
Contraccezione, gli italiani sfidano la sorte
il coito interrotto è il metodo preferito
ROMA - Le donne italiane sono ancora poco informate sui diversi metodi contraccettivi. E nel terzo millennio è ancora il coito interrotto il "metodo" più usato per non avere bambini. Lo sostiene, dati alla mano, Emilio Arisi, consigliere della Società italiana di Ginecologia e ostetricia (Sigo), intervenuto oggi a Roma al convegno "Sessualità e scelte consapevoli, quale informazione per le donne 'a rischio'?".
"Purtroppo l'educazione sessuale in Italia è ancora insufficiente - afferma Arisi - Un'ignoranza che può determinare conseguenze anche molto gravi per la salute fisica e psichica della donna". Il convegno ha riunito studiosi, medici, esperti di comunicazione e associazioni proprio per esaminare modalità e necessità di informare le categorie più deboli, le giovanissime e le immigrate, più esposte al rischio di gravidanze indesiderate e contagio da malattie sessualmente trasmissibili. "In Italia aumentano le richieste di interruzione di gravidanza, così come gli aborti fra le donne immigrate - ha spiegato Arisi - eppure si fa ancora poco per prevenire il rischio di una gravidanza indesiderata".
In base ai dati forniti dalla Sigo, in Italia crescono le richieste di interruzione di gravidanza per le minorenni (più 10,7% dal 1999), gli aborti fra le immigrate rappresentano il 30% del totale e la contraccezione è ai minimi europei (solo il 29% delle donne usa la pillola). Inoltre, secondo un'indagine realizzata l'estate scorsa, che ha coinvolto 1.100 ragazze, le italiane arrivano impreparate al primo appuntamento importante con il sesso: "La prima volta è senza 'paracadute' per una su tre. E il 30 per cento continua a sfidare la sorte, senza utilizzare alcun metodo contraccettivo oppure facendo affidamento sul coito interrotto (20 per cento). In pratica, solo una su due usa metodi sicuri ed efficaci".
L'esperto cita anche l'ultima ricerca del Population Reference Bureau, dalla quale emerge che nei Paesi dell'Europa latina, Italia in particolare, il coito interrotto "è di gran lunga il sistema più utilizzato per prevenire una gravidanza". Rispetto alla media europea nel nostro Paese si fa ancora poco uso della pillola, utilizzata da circa il 20% delle donne in età fertile.
Meno sicuri i dati sugli altri sistemi. "E' difficile fare un calcolo su quante spirali vengono utilizzate - aggiunge Arisi - perché si tratta generalmente di prodotti non farmaceutici, e l'uso è quindi incalcolabile". Lo stesso vale per il preservativo. "La quasi totalità dei profilattici usati nella prostituzione, ad esempio - termina l'esperto - è importata dall'estero".
Rapporti a rischio nel nostro Paese, dunque, e senza che le donne possano opporsi: secondo una ricerca condotta su 12 paesi europei, presentata da Giuseppe Benagiano, direttore della prima scuola di specializzazione in Ginecologia e Ostetricia dell'Università La Sapienza, solo il 49% delle italiane ha voce in capitolo sul metodo contraccettivo da usare, contro il 90-92% di olandesi o tedesche. In ogni caso, gli italiani in generale si confermano amanti del sesso: per il 78% è "molto importante", e il 53% ammette di volerlo fare più di frequente. Da vero maschio latino, l'italiano diventa reticente solo se gli si chiede del desiderio sessuale: appena il 20% (molto meno di qualsiasi altro paese europeo) ammette di non aver fatto sesso perché non ne aveva voglia, e il 56% si trincera dietro una generica motivazione di "stress".
Il convegno è stato promosso dall'Osservatorio nazionale sulle abitudini sessuali e i comportamenti contraccettivi, promosso dal programma di informazione sulla contraccezione ("Scegli tu"), per migliorare l'educazione sessuale nel nostro Paese. "L'Osservatorio sarà uno strumento di servizio" spiega ancora Arisi, "un punto di indagine e approfondimento per promuovere convegni, ricerche, campagne informative e sensibilizzare le istituzioni per l'educazione sessuale e anticoncezionale nelle scuole".
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