Roma – Plenaria del CNB
26 ottobre 2007
Comunicazione di Elena Cattaneo
Gentile Prof. Casavola
ringrazio per queste parole belle e per i buoni auspici ma c'e' un
fatto, per me grave: la sottoscritta, insieme, agli altri due
Vicepresidenti e' stata dimissionata e io continuo a non trovare
spiegazioni valide per questo. Quindi, per la prima volta, con questo
testo che ho scritto la scorsa notte, intendo esprimere la mia
interpretazione dei fatti, interpretazione che non e' mai arrivata al
Governo perche' io volevo parlarne prima, qui, in Plenaria e con Lei.
In relazione ai recenti eventi vorrei chiarire puntualmente, a Lei e
ai colleghi del CNB, la mia posizione in merito ad alcuni "fatti e
concetti". Lo farò analizzando 6 punti:
1. La Correttezza Istituzionale
2. I fatti
3. L'Autorevolezza Etica
4. Le Motivazioni
5. Alcune considerazioni generali sulla gestione del CNB
6. Il Giro di boa e i nuovi Vicepresidenti
1. Dimissionamento: la Correttezza Istituzionale passa attraverso
Comunicazioni Ufficiali.
Va premesso che Lei, prof. Casavola, ha un passato ed una esperienza
Istituzionale che non può dimenticare e che la mettono in una
posizione di obbligo verso le correttezze formali.
Invece, il 5 ottobre 2007, durante un mio viaggio negli Stati Uniti,
sono venuta a conoscenza "a mezzo stampa" e dal nulla della decisione
di "dimissionarci". Deliberazione da Lei proposta e poi assunta dal
Governo. Senza una sua parola o comunicazione precedente.
Questo mi ha molto amareggiato proprio perché proveniente da chi ha un
passato come il suo.
Non ne capisco lo scopo ma non lo credo uno scopo istituzionale
"alto". In un certo senso, quindi, non doverLe più fare da
Vicepresidente non e' un particolare dispiacere e, comunque, questo e'
un fatto che non può essere lasciato cadere nel silenzio da parte mia.
E non aggiungo la più semplice correttezza fra persone: anche questa
venuta meno da parte sua.
2. I fatti.
Ancora oggi non posso porre questo dimissionamento in relazione ad
alcun evento avvenuto nelle 8 Plenarie dall'insediamento del CNB
(incluso l'ultima del 28 settembre 2007), nè nelle rare sedute del
Consiglio di Presidenza. Le ricordo che, anzi, il 3 ottobre 2007 lei
ha inviato una lettera ai suoi Vicepresidenti ringraziandoli per la
solidarietà (allegato 1). Due giorni dopo, senza che alcunché
accadesse nel frattempo, leggo sui giornali che, a seguito del suo
incontro con il Presidente Prodi è stata presa la decisione di cui
sopra.
Solo l'8 ottobre 2007 ricevo, come gli altri Vicepresidenti, la sua
lettera (allegato 2) con la quale ci metteva di fronte ad un
dimissionamento di fatto, senza fornire alcuna plausibile motivazione.
Alla data di stesura di questo testo, 25 ottobre 2007, quindi ben 17
giorni dopo la prima diffusione stampa, io non ho ancora ricevuto
alcun provvedimento di revoca ufficiale. Eppure mi e' stato riferito
che Lei dispone di questo documento, che Lei lo ha faxato a Marini il
22 ottobre, solo dopo richiesta, dello stesso, di venirne in possesso,
poi anche a Caporale, ma non a me. O forse me lo ha spedito ma il mio
numero di fax e' comune a tutto il mio Dipartimento e a disposizione
di 400 persone e a me quel documento cosi' importante inviato in quel
modo cosi' strano non e' arrivato.
Soprattutto, mi è incomprensibile cosa sia successo in quelle poche
ore/giornate tra il 3 e l'8 ottobre, per passare da un ringraziamento
ai suoi Vicepresidenti a un dimissionamento forzato dei medesimi. Non
mi risulta che Lei abbia cercato di contattarci per eventuali
chiarimenti su atti da noi compiuti, tanto gravi al punto da ritenerci
responsabili fino al dimissionamento, tutti e tre. Ne' ho avuto o
visto problemi di rapporti personali con Lei – in quei giorni o nel
passato- o avuto da Lei sentore di cio'. Non c'erano certo dissidi ne'
fratture tra la Vicepresidenza e Lei e penso che Lei lo possa ben
confermare.
Non posso fare a meno di notare, però, come questo "avvicendamento"
sia molto vicino, almeno in quanto a date, ad una lettera
indirizzatale dai Proff Corbellini, Neri e Flamigni e diffusa al CNB
il giorno 18 settembre 2007 e che, anche io, leggevo per la prima
volta, nella quale venivano esposte critiche circostanziate a operati
solamente a Lei ascrivibili, in quanto decisioni da lei prese.
Decisioni –e nomine- contestatele, di cui la Vicepresidenza (oltre che
il CNB in toto) non era neppur minimamente stata fatta partecipe, né
consultata (almeno, la sottoscritta e Cinzia Caporale).
Non posso non notare anche che, a seguito di una fuga di notizie
relative alla medesima lettera, il giorno 27 settembre 2007, a fine
seduta del Consiglio di Presidenza che precedeva la plenaria, Lei
annunciava di volersi dimettere. Queste erano le uniche eventuali
dimissioni citate e per tutta la durata del Consiglio di Presidenza,
Lei non ha per nulla manifestato disaccordo coi Vicepresidenti i
quali, a mio avviso, con assoluto garbo e rispetto, le manifestavano i
loro pensieri e, alcuni tra loro, le loro perplessità derivanti da
fatti citati nella famosa lettera.
3. Autorevolezza etica del CNB
Mi chiedo come sia possibile mantenere autorevolezza etica se non si
affrontano "a viso aperto" le conseguenze delle decisioni prese.
Noto invece che la plenaria odierna ha un O.D.G. che "ignora" questo
"dimissionamento" e mi chiedo, tra l'altro, come si sentano i 40
colleghi del CNB. Non e' una questione di contare gli "amici" o
contare gli "indifferenti." Il punto per me singolare e' che, di
fatto, viene loro calato sulla testa un atto, evidentemente espletato
in modo quantomeno strano, e neppure li si chiama ad una breve
discussione. Sto parlando del CNB, organismo che si occupa di etica,
non di un raggruppamento del dopolavoro o di un club di dilettanti.
Almeno se ne discuta in plenaria, si propongano e si ascoltino
ragioni. Mi chiedo se e' così che si vuole conquistare e mantenere
autorevolezza sul campo.
Per me tutto questo e molto altro equivale a una gestione strana del
CNB ma che, comunque, anche in questo caso, non mi pare ascrivibile ai
Vicepresidenti.
4. Motivazioni addotte per il dimissionamento: (a) la dialettica, (b)
la non difesa del Presidente, (c) la presunta vicinanza a chi non
condivide le scelte del Presidente (d) un miglioramento della
funzionalita' dell'Ufficio di Presidenza.
(a) - Nella sua lettera dell'8 ottobre il tutto si riduce testualmente
a questo concetto: "Il Vostro alto profilo intellettuale e di
personalità non ha potuto dare, per la dialettica interna tra Voi,
quella compattezza all'azione della Presidenza…"
Verrebbe da chiedere: nel frattempo lei dov'era?
Comunque proviamo a ripensare alla dialettica: arte del ragionare,
arte dell'argomentare, logica razionale. Questa è stata la dialettica
fra Vicepresidenti (per quel che si è potuto fare), non una
"contrapposizione", leggibile così solo se si pensa di inscatolare il
CNB.
La dialettica è invece elemento ovvio, direi imprescindibile – e di
ricchezza, caso mai – anche vista la differente estrazione culturale e
le differenti esperienze e competenze professionali dei tre
vicepresidenti. E sta a Lei, presidente Casavola, espanderla e
organizzare un CNB in modo che sia dialettico e non monocratico.
Con questa dialettica fra Vicepresidenti, alcuni ma non tutti i Vice
(evviva il pluralismo) hanno cercato di farle capire, quando siamo
riusciti a parlarle e finalmente ad avere un vero Consiglio di
Presidenza (solo il 27 settembre 2007), che Lei stava seguendo una
strada, a nostro avviso, "pericolosa" e soprattutto "povera" per il
CNB.
Poi Lei avrebbe deciso come credeva, e come ha fatto, ma noi avevamo
il dovere di renderle noti alcuni fatti di cui Lei, per sua stessa
incredibile ammissione, non era a conoscenza, eppure ha agito e scelto
lo stesso: un esempio per tutti, il fatto che il prof. Bruno
Dallapiccola (una delle nomine che le venivano contestate, anche per
la mancanza di comunicazione formale al CNB prevista dal Regolamento)
fosse non solo un membro del CNB ma anche il Presidente di "Scienza e
Vita". Perché Lei stesso ci ha detto di non sapere cio' quando lo ha
nominato.
Ci avesse consultati, avrebbe potuto decidere di nominarlo lo stesso,
ma almeno ne avrebbe conosciuto meglio la situazione, e la
collocazione, questa sì, palesemente "politico ideologica". Che non
sono parole offensive, che non sono considerazioni di negatività, ma
che sono una realtà che va conosciuta e tenuta in considerazione.
Nella seduta del Consiglio di Presidenza del 26 settembre, Caporale e
io, le abbiamo fatto presente che, a nostro avviso, erano stati fatti
errori ovvii che esponevano la Presidenza e che pero' potevano, a
nostro avviso, essere affrontati e risolti con un impegno nostro alla
massima attenzione agli aspetti formali e di rispetto di posizioni
culturali diverse, inclusa l'eventuale assunzione di responsabilita'
dell'intera Presidenza per il passato, a patto che ci fosse una
maggiore presenza e trasparenza anche sua. Questo le abbiamo detto. Le
abbiamo anche confermato la nostra volonta' a che queste nomine
continuassero a restare incarico del Presidente, a patto che vi
fossero consultazioni, a beneficio del lavoro del CNB, anche con i
Vicepresidenti, e relative comunicazioni.
Voglio anche proporre una veloce analisi delle motivazioni circa il
dimissionamento "pubblicizzate", quasi con compiacimento, da alcuni
membri CNB. La dialettica è stata infatti distorta in
"conflittualità", "litigiosità", manca solo che raccontassero "che
abbiamo fatto a botte". Un altro bell'esempio di comportamento etico.
Anche se, a dir la verità, e volendo dirla tutta, qualche volta una
certa litigiosita' pretestuosa nel CNB si è vista. Ma ad opera di
alcuni suoi membri e non dei Vicepresidenti. Abbiamo anche ricevuto
una mail nella quale si sottolinea che alcuni membri del CNB
intervengono nelle discussioni "a tutti i costi": per curiosità si
vada a vedere quante righe di verbale sono ascrivibili sempre agli
stessi, e si trovi fra questi uno dei Vicepresidenti dimissionati!
Quindi il tentativo di proporre l'equazione dialettica=litigiosità è
palesemente basato sul falso.
Ho comunque provato ad esaminare questa eventualità rileggendo
documenti e missive.
Vorrei farle presente, Presidente Casavola, che ricordo tre/quattro
momenti di discussione animata tra/con i Vicepresidenti, che comunque
non definirei ne' conflitti ne' litigi:
- il primo, quando, in mia presenza, lei ha dato incarico a Cinzia
Caporale di parlare com Francesco D'Agostino in merito a un eventuale
ritiro della Mozione oociti per poi evidentemente dare lo stesso
parallelo incarico a Luca Marini, in un secondo momento e all'insaputa
degli altri, creando tensione e fraintendimenti tra Caporale e Marini.
Fraintendimenti che hanno riguardato anche Bompiani al quale qualche
ora prima aveva affidato un incarico confliggente (il terzo
incarico!): non la richiesta di ritiro ma la redazione di un testo di
mediazione.
- il secondo, quando ha sollecitato il prof D'Avack affinchè scrivesse
il suo documento integrato delle modifiche del prof. Bompiani e allo
stesso tempo chiedeva evidentemente allo stesso Bompiani di fare
altrettanto. E tutto il CNB ha ricevuto una serie di scambi di email,
dalle quali non si capiva chi fosse responsabile di redigere quale
documento. Anche in questo caso non ho visto un suo immediato
intervento chiarificatore.
- Ne ho pero' trovato uno, il terzo, di momento, nel quale due dei tre
Vicepresidenti sono stati attori di quello che spero nessuno si
permetta di definire "litigio": quando nella seduta di Maggio, Luca
Marini ha riferito in Plenaria di una discussione avvenuta in
Consiglio di Presidenza suscitando la reazione di Cinzia Caporale, con
il mio stesso sostegno. Si badi, eravamo nella plenaria più
controversa e difficile, e in ogni caso su una questione su cui
legittimamente si poteva dire, come ha detto Marini, che il
regolamento tace sulla segretezza dei lavori del consiglio di
presidenza, ma su cui altrettanto legittimamente da parte di Caporale
e mia si invocavano regole di fairplay e opportunita'.
- Infine, c'e' un quarto elemento di presunto dissidio che sembra
emergere dalla lettera di Alberto Piazza del 5 giugno e dal verbale
relativo alla plenaria precedente: nell'esprimere dubbi circa la
consistenza scientifica della mozione oociti, Piazza scriveva anche
che "i Vicepresidenti sembravano dare l'idea di mancanza di
comunicazione tra loro e di avere pareri difformi sull'esito delle
riunioni del Consiglio di Presidenza." La lettera di Piazza proseguiva
ricordandole i suoi compiti a tal proposito.
Circa i pareri difformi, il primo e il secondo punto qui sopra citati
sono esempi di come questa difformita' si crei. Circa i problemi di
comunicazione, dallo stesso verbale emerge come la Vicepresidente
Cinzia Caporale, citandomi, riferiva che la sottoscritta in piu'
occasioni non era nemmeno stata convocata nei Consigli di Presidenza,
o che venisse convocata 3 ore prima della seduta rendendone
impossibile la presenza. Si noti che nonostante ripetute richieste da
parte nostra, in dieci mesi la segreteria non e' stata in grado di
allestire un semplice collegamento internet con una cam e un
programma gratuito per poter seguire i consigli convocati ad horas
attraverso una videochiamata sempre gratuita. La mancanza di
comunicazione emersa non era quindi tra i vice, quanto, da come io
leggevo la lettera di Piazza, con Lei, come dimostrero' piu' avanti.
(b) Sembra poi comparire anche un'altra motivazione, da lei addotta,
per i "dimissionamenti": i suoi Vice non lo avrebbero difeso.
Ma, oltre a manifestarle la nostra umana solidarietà, come persona,
quando ha ricevuto critiche "a mezzo stampa" (pure lei), a me
personalmente è risultato difficile (e non vedo perché poi avrei
dovuto farlo) difendere un Presidente indifendibile su alcuni aspetti
che le riassumo:
- modalità con cui ha effettuato nomine (di cui già detto) senza che i
suoi vicepresidenti fossero informati e, anzi, mettendoci per esempio
nell'imbarazzo di non potere nemmeno rispondere ai colleghi del CNB
che chiedevano chi le avesse fatte
- disinformazione, da lei stesso dichiarata, nei confronti delle
nomine che ha effettuato
- evidenza lampante e incontrovertibile di quanto sopra (la lettera a
Corbellini ad esempio)
- mancanza assoluta di consultazione (almeno per avere informazioni)
con i suoi Vice sulle nomine e su altro.
Nell'insieme questo a me sembra un modo di agire che ha creato
confusione tra le persone.
(c) Sempre nella sua lettera dell'8 ottobre 2007, per dare corpo alla
sua motivazione di non essere stato difeso, lei si riferisce in
particolare ai suoi vice Cattaneo e Caporale, definendole "vicine allo
schieramento di chi l'ha contestata e immaginandosi un certo imbarazzo
nostro". Ha detto e fatto tutto da solo. Da parte mia, le confermo,
nessun imbarazzo. Perchè ho dovuto, come Vicepresidente, prendere atto
solo di fatti di cui lei, purtroppo, non mi aveva messo a conoscenza.
La vicinanza agli schieramenti non c'entra proprio nulla, c'entrano i
fatti. E devo dirle soprattutto che trovo molto pretestuoso il suo
continuare a ricorrere al definire le persone "schierate
politicamente", come piu' volte ha fatto, e catalogarle tali quando
hanno un'opinione diversa dalla sua o anche solo critiche puntuali o
anche solo manifestato attenzione alle critiche pervenute per
comprenderle, come era mio dovere di vice (e anche suo).
Capisco che questo sia un modo comodo per "diluire" i problemi. Parlo
per me: io non ho nessun schieramento politico da difendere nè, come
avrà potuto vedere in occasione di questo dimissionamento, nessun
schieramento politico a mio sostegno. Ho avuto incarichi dal governo
di centro destra e incarichi dal governo di centro sinistra, per il
semplice fatto di essere uno "scienziato e basta". Il che mi è
sufficiente per accettare questi momenti di servizio. Ma che mi è
anche sempre stato di obbligo, come o forse più che ad altri, e senza
trovare alcun impedimento anzi nella mia fede cattolica, ad essere
portavoce laico all'interno del CNB, e altrove, quando la Scienza
viene chiamata in causa.
(d) Una ulteriore motivazione che traspare dalla sua lettera dell'8
ottobre e' la necessita' di una migliorata funzionalita' della
Presidenza. Mi sarebbe piaciuto sapere prima che lei era dell'idea che
la funzionalita' della Presidenza andasse migliorata, ma non l'ha mai
segnalato. Avrei potuto capire cosa c'era che non andasse e
contribuire a migliorare. Ma a questo proposito ho io qualcosa da dire
e lo affronto al punto 5.
5. Alcune considerazioni generali sulla gestione del CNB
Propongo lettura circostanziata degli eventi analizzando l'attività di
questi 6 mesi.
(a) aspetti organizzativi: i Consigli di Presidenza.
Il primo Consiglio di Presidenza a cui ho partecipato si e' svolto
nella mezz'ora antecedente la plenaria del 12 febbraio 2007.
Precedentemente e successivamente lei aveva, infatti, instaurato una
modalità di convocazione del Consiglio "dall'oggi al domani", per non
dire che di alcune riunioni non sono nemmeno stata informata.
Dopo le mie -mi sembra fin troppo garbate segnalazioni- ho cominciato
a ricevere telefonate in cui mi si informava che di lì a poche ore vi
sarebbe stato un Consiglio di Presidenza. Inutile dire che l'attività
di ricerca ha ben altri ritmi e obblighi morali e professionali per
poterli interrompere così, senza agenda ne' preavviso. Caporale piu'
volte le ha chiesto una calendarizzazione dei consigli, perchè vi era
troppo silenzio tra una plenaria e l'altra. Come questa assenza di
comunicazione tra le plenarie influenzasse la vita del CNB e' presto
detto. Ad aprile, a ridosso della plenaria e con la mozione ovociti
pending, sia io che, scoprivo, indipendentemente, Caporale, abbiamo
invano cercato di rintracciarla, anche la sera precedente la plenaria,
per trovare un accordo in sede di Presidenza su come comportarci nella
gestione dei lavori.
Dopo quest'ulteriore mancata occasione e le altre successive, da
giugno si era raggiunto l'accordo che il Consiglio di Presidenza
sarebbe stato convocato la settimana dopo la plenaria e, poichè non
era per me facile aggiungere un altro viaggio al mese per i Consigli
di Presidenza, ho più volte chiesto e infine ottenuto - per una volta
e solo a giugno - che la segreteria della Presidenza organizzasse la
riunione in video conferenza, grazie alle quali si sarebbe potuto
essere più efficienti, oltre che risparmiare tempo e soldi allo Stato.
Solo in una occasione siamo riusciti ad effettuarla, appunto a giugno,
a vita del CNB gia' ben avviata, nella quale sono stati discussi, con
serenità e opinioni diverse, aspetti secondo me rilevanti. Questa
videoconferenza -e il Consiglio del 27 settembre - sono state le
uniche due riunioni del Consiglio di Presidenza ufficialmente da lei
convocate dando il tempo a tutti i vicepresidenti di organizzarsi e
partecipare.
Questa è la sintesi delle sue attività di convocazione del Consiglio
di Presidenza.
Ricordo inoltre che la riunione del Consiglio di Presidenza del 27
settembre e' stata convocata a seguito di mia sollecitazione del 4
settembre (allegato 3), andata silente, e seconda sollecitazione del
20 settembre (allegato 4).
Mi permetta quindi di avere perplessita' circa l'ipotesi che "la
funzionalita' della Vicepresidenza" dovesse essere migliorata.
(b) Aspetti di contenuto: le Mozioni
Non possiamo fingere: l'attività del CNB finora è stata caratterizzata
da una mozione, quella sugli oociti, già da molti definita "inutile",
di scarsa rilevanza nazionale, povera di contenuti scientifici,
pasticciata, contradditoria e provocatoria nella sua forma.
Soprattutto, quest'ultimo è il punto che più mi ha colpito: una
mozione per me nata dalla distorsione dei fatti, dall'immaginazione di
chi vede "ricercatori affamati di ovociti" ovunque, come e' stato
detto.
Ho sin dall'inizio manifestato i miei dubbi per come questa mozione è
stata proposta, dubbi ribaditi e motivati in quell'unica occasione di
videoconferenza. Nonostante ciò, e per dare a tutti la possibilità di
proporre questioni che ritenessero opportune di discussione, come
Vicepresidente, non mi sono inizialmente opposta a che venisse
ripresentata, integrata da ben altri concetti che speravo fossero un
po' più circostanziati dal punto di vista scientifico (che è poi il
motivo per cui ho accettato di essere parte del CNB) e leali verso il
cittadino che legge.
Ma niente. E quella mozione, che a mio avviso mina l'autorevolezza del
CNB e sta come una macchia sul suo sito web, non e' stata ritirata, e
la discussione si è fatta litigiosa, conflittuale e provocatoria e
spostata su altri piani. Era lei che doveva, a mio avviso, piu'
saldamente guidare la nave.
Questo evento ha per me, ma anche internazionalmente, siglato
indelebilmente in modo negativo il profilo di lavoro di questo CNB.
Si è arrivati, quindi, alla seduta "tempestosa" del 25 maggio. Una
seduta durante la quale ho avvisato, prima che si iniziasse la
votazione, che non mi sarei prestata a partecipare –da Vicepresidente-
ad una "votazione squalificante" per il CNB e "pretestuosa" per i
contenuti. Si badi che l'annuncio di assenza dal voto era stato dato
anche da Caporale addirittura in una seduta precedente e poi ribadito.
Questo anche a tutela di chi, nel CNB, si sarebbe visto oscurare il
parere pur non volendosi far coinvolgere in questioni così
pasticciate. Mi sono comportata coerentemente con quanto avevo
preannunciato e ho lasciato l'aula. E con me, le ricordo, anche uno
dei nuovi vicepresidenti da lei scelti a sostituirci.
Il 30 maggio i membri del CNB, tutti, ricevono la sua missiva in cui
lei si dice "… preoccupato delle divisioni e degli schieramenti …"".
Tardivo anche questo. Forse non avrebbe dovuto lasciar andare il CNB
alla deriva in questo modo. Forse avrebbe dovuto ascoltare e
comprendere la "dialettica" proposta dai suoi vice presidenti.
Un altro punto della sua lettera del 30 maggio evidenzia la sua
impressione che "..taluni si comportano come se il CNB fosse un organo
di rappresentanza politica", un punto che ribadisce nella sua del 19
giugno che manda ai Vice presidenti, in cui li prega di lavorare
prescindendo da schieramenti. Temo lei non abbia proprio capito,
Presidente Casavola. Come ho gia' detto, molti se non tutti, tra quei
"taluni", e certamente la sottoscritta, stavano difendendo ben più di
(per me non interessanti) "schieramenti politici". Era in gioco quello
in cui molti di noi credono fermamente: evitare che il CNB si
trasformi in un "tribunale morale che spara sentenze" (per giunta di
bassa qualità intellettuale) contro la Scienza.
(c) Aspetti di comunicazione interne e verso l'esterno.
Le attività del CNB verso maggio si caratterizzano anche per le
ripetute richieste di alcuni membri di conoscere chi avesse nominato
il Prof. Dallapiccola a rappresentare il CNB nel comitato di revisione
della legge 40 presso il Consiglio Superiore di Sanita'. Mi parevano
richieste legittime.
Dopo la seduta di luglio, durante la quale lei aveva sostenuto di non
esserne a conoscenza, appaiono le sue scuse. Aveva sbagliato, la
nomina era stata sua e nel carteggio, evidentemente poco organizzato
della segreteria, questa "piccola" nota è sfuggita. Preoccupante.
Le chiedo se questa è funzionalità, se questo è colpa dei vice
presidenti, oppure se non è stato elemento di forte imbarazzo per
loro, soprattutto visto la veemenza con cui lei ha attaccato chi le
aveva chiesto spiegazioni. Peraltro dovute, da Regolamento.
Notavo, in agosto, da un comunicato stampa, che Marini figurava come
rappresentante per il CNB presso un altro organismo. Ho quindi chiesto
allo stesso chi lo avesse nominato. Mi ha confermato che la nomina è
stata sua. Di nessuna di queste nomine io ero a conoscenza ne' lo era
Caporale.
In agosto ho quindi chiesto a Marini che ci si facesse promotori, al
consiglio successivo, di un chiarimento, al fine di arrivare ad una
modalità d'informazione che permettesse ai Vicepresidenti (e
ovviamente al CNB) di essere almeno informati degli atti del
Presidente. Per i seguenti motivi:
- perche' non avere queste informazioni significava una
non-comunicazione grave tra Presidente e Vice (per responsabilità sua
e che invece sembrava cadere anche sui vice, agli occhi degli altri
membri del CNB)
- perche' ritenevo non adeguato che queste informazioni giungessero a
noi dai giornali
- per utilizzare al meglio quelle investiture per rappresentare il CNB,
- per potere utilizzare queste investiture per ottenere informazioni
sulle attivita' promosse in quei comitati.
Non sapendo "chi fosse in quale comitato", era ovvio che si perdessero
opportunità per i colleghi che volessero trarne o dare informazioni
via il rappresentante (il quale e' anche tenuto a comunicare al CNB le
sue attività presso quelle sedi, cosa mai sollecitata).
Sempre in materia di comunicazione ci sono anche gli aspetti della
comunicazione verso l'esterno. Un esempio su tutti, ancora legato alla
mozione sugli ovociti, la quale, approvata con una maggioranza
("grazie" ad un Regolamento che permette di "votare a maggioranza" le
idee etiche degli altri!), finiva sul sito web del CNB con una
modalità tale da fare sembrare che tutto il CNB avesse votato a
favore. Questo, ho saputo poi, nonostante Caporale, accortasi della
cosa, facesse subito richiesta alla segreteria di provvedere.
Dopo avere ricevuto, in agosto, da colleghi scienziati italiani, delle
e-mail nelle quali mi si chiedeva come avessi potuto votare quel
documento, in un e-mail del 4 settembre (allegato 3) le facevo
presente tutto cio', e soprattutto quanto fosse necessario un momento
di incontro dell'Ufficio di Presidenza. Ma anche questa mia richiesta
di maggiore comunicazione e coesione con lei è caduta nel nulla. Il 20
settembre torno a scriverle (allegato 4) in quanto preoccupata per la
mancanza di comunicazione e con il timore di affrontare la plenaria
senza strumenti e concertazione con lei (nel frattempo era giunta la
lettera dei Proff Corbellini, Neri e Flamigni). Piu' tardi in
mattinata arrivava la convocazione per il giorno e l'ora da me
proposti.
Ci sarebbe tanto altro da dire, e probabilmente lo farò in altra sede.
Ora voglio affrontare un ultimo aspetto, legato al futuro del CNB.
6 – Il Giro di boa e i nuovi Vicepresidenti
Esaminato quanto esposto fin ora, e molto altro, mi sono quindi
chiesta se dovessi quindi legare questo dimissionamento al fatto di
avere dichiarato che avrei lasciato la seduta qualora la mozione
oociti fosse stata messa ai voti e quindi di averlo fatto. Ma, se la
logica ancora esiste, non può essere, visto che con me e altri è
uscito anche uno dei nuovi nominati vicepresidenti.
Non posso nemmeno legare il dimissionamento alla lettera dei Proff.
Corbellini, Neri e Flamigni perchè pur avendone anticipato alcuni
aspetti, a seguito di una attenta lettura degli eventi, ed espresso a
lei le mie preoccupazioni per tempo e prima della famosa lettera,
ritenevo, come gia' detto sopra, la lettera affrontabile e risolvibile
con un impegno della Presidenza alla massima attenzione agli aspetti
formali e di rispetto di posizioni culturali diverse, inclusa
l'eventuale presa di responsabilita' sull'intera Presidenza per errori
commessi. Cosi' le dissi in sede di Consiglio del 27 settembre.
La lettera dei Proff. Corbellini, Neri e Flamigni non poteva quindi
essere la causa.
Infine, mi trovo anche spiazzata dai nuovi vice presidenti che, con
queste premesse e in una situazione tanto grottesca, almeno per me,
manifestano una stupefacente leggerezza, quando chiedono "di voltare
pagina" su quello che è, per modi e contenuti, ne più e ne meno che un
atto di repressione, e mi chiedo come si possa, a prescindere da chi
ne sia involontario protagonista, sorvolare così su questi aspetti ed
essere membri di un comitato di bio-etica e magari pure
Vicepresidenti.
Al termine di questa analisi resto quindi senza valide spiegazioni per
questa sua decisione di sostituire la Vicepresidenza.
Da questo momento tutte queste mie note e pensieri in relazione a
questi fatti saranno pubblici.
Elena Cattaneo
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